DISCOGRAFIA:
2009 - THoC! We are The House of Caps
RECENSIONE:
Non è, la statura, l’unico primato dei Thoc!, acronimo che sta per The House Of Caps. Sono anche la più british delle band bresciane (loro direbbero la più bresciana delle band inglesi), tant’è vero che le varie divinità ci scampino e liberino dal sentir cantare Nidda e Genoma in una lingua che non sia quella di Elisabetta seconda, giusto un po’ meno forbita.
A testimoniare tutto ciò, i non innumerevoli ma comunque numerosi concerti qui e là, e il video scanzonato di «Two fingers up!» (anche lei col suo bravo punto esclamativo di ordinanza), che è pure piaciucchiato al Carlo Pastore di Mtv, uno che di clip se ne intende abbastanza. E adesso il primo cd DaDa/Jestrai, dal titolo assertivo «We are The House Of Caps», una copertina incredibilmente sobria, neanche un Thoc! in mutande o con la parrucca (i due di cui sopra, Rigo, Dusi e Zubo spiegherebbero che vogliono colpire le fans e gli eventuali fans gay con la loro musica, e non con la loro bellezza).
A fianco, Alessandro Carboni ha bravamente spiegato che musica suonano i The House Of Caps.
Visto che le citazioni danno sempre lustro, si potrebbe anche adattare alla bisogna la frase, attribuita a Johnny Ramone, secondo cui «il punk è essenzialmente bubblegum suonato sporco»: ecco, la musica dei Thoc! è essenzialmente pop suonato sporco, bei riff di chitarra e trascinanti cori da un paio di birre in più. Oltre i confini, senza confini.
|